Un solo dato apparso in un recente Rapporto pubblicato dalla Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, ha generato nei media, soprattutto internazionali, titoli fuorvianti - del tipo “Si stanno prosciugando le esportazioni di vino italiano in Cina” - e un certo pessimismo ingiustificato sullo stato dell'export del vino italiano in Cina. Secondo il Rapporto, che prende in esame lo stato della produzione vitivinicola italiana in generale, l'export del vino italiano verso la Cina sarebbe diminuito del 44% nei primi cinque mesi del 2020, a causa della crisi post Covid-19.
Risulta difficile capire da dove Coldiretti abbia preso la cifra. I dati ufficiali cinesi dicono che nel periodo gennaio - giugno 2020 il calo dell'export di vino italiano in Cina è stato del 32,60% in termini di quantità e del 30,32 in termini di valore, assolutamente in linea con il calo del vino importato dalla Cina dai 10 principali paesi esportatori (tra cui Francia, Cile, Australia, Spagna, USA, ecc.), rispettivamente del 31,89 e del 32,32. Questi sono dati del governo cinese resi pubblici dalla China Association for Imports and Exports of Wine and Spirits. In altre parole, non c'è motivo di pensare che l'Italia pagherà un prezzo più alto degli altri paesi per la crisi. Al contrario, all'interno del calo generale post Covid-19, l'export di vino italiano in Cina nel primo semestre del 2020 è andato meglio di Francia, Cile e Stati Uniti e più o meno allo stesso modo della Spagna. In ogni caso, anche Coldiretti prevede che i mercati di esportazione del vino italiano si riprenderanno nel 2021, Cina compresa. I dati di agosto, di prossima pubblicazione in Cina, dovrebbero confermare il trend di ripresa.